Caccia ai nazisti by Marco De Paolis

Caccia ai nazisti by Marco De Paolis

autore:Marco De Paolis [De Paolis, Marco]
La lingua: ita
Format: epub
editore: RIZZOLI LIBRI
pubblicato: 2023-08-30T12:00:00+00:00


Marzabotto

Reder e Kappler

Nel 1985, quando Walter Reder esce dal carcere di Gaeta, io ho venticinque anni, sono laureato e ho appena fatto la domanda per entrare in magistratura. Sto svolgendo il servizio militare di leva come sottotenente dell’esercito e la notizia della sua scarcerazione mi appare come una cosa lontana, quasi indefinita. Insomma, credo di aver vissuto l’evento come tutti quelli della mia generazione. Reder, insieme a Herbert Kappler, è il simbolo della malvagità nazista, l’uomo senza un braccio che ha sterminato donne e bambini. Tutti e due rinchiusi a Gaeta, la fortezza che era carcere militare, sembravano delle bandiere della giustizia italiana, la prova che i morti di Marzabotto e delle Fosse Ardeatine erano stati vendicati o, per essere più corretti, avevano avuto giustizia. Siamo cresciuti così noi degli anni Cinquanta e Sessanta, ignari del resto, convinti che tutto fosse successo solo a Marzabotto e alle Fosse Ardeatine. Sarebbero dovuti passare altri vent’anni dalla liberazione di Reder perché tutti sapessero quello che adesso non si può non sapere: quasi venticinquemila civili morti in più di ottomila episodi sparsi in tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino. E circa settantamila militari uccisi nei lager nazisti e negli eccidi successivi all’8 settembre 1943.

Reder, dunque, aveva scontato la sua pena – o almeno gran parte di essa – per le sue responsabilità nei fatti del settembre 1944. Il ss-Panzer-Aufklärungs-Abteilung 16, il battaglione esplorante della 16a divisione delle SS di cui Reder era il comandante, aveva sterminato almeno ottocento persone in pochi giorni. E io, prima di leggere le rogatorie preparate dai due sostituti che avevano guidato la procura fino al mio arrivo, non immaginavo davvero che altri militari di quel reparto fossero vivi e che a loro carico esistessero concrete prove di responsabilità. Ho già raccontato quali azioni abbiamo intrapreso dopo il mio insediamento in procura, gli interrogatori degli indagati che erano stati agli ordini di Reder, come ho raccontato il freddo scetticismo con cui all’inizio venni accolto dalla comunità di Marzabotto e il mio primo incontro con due sopravvissuti a quei terribili giorni di settembre e ottobre, Carlo Comellini e Franco Leoni Lautizi.

Nell’autunno del 2002, quando vado per la prima volta a Marzabotto, io non ho ancora incontrato l’ex SS Franz Stockinger e ho appena aperto il fascicolo su Marzabotto-Monte Sole. Mi è comunque subito chiaro che se voglio condurre le indagini in modo efficace devo iniziare da lì, dalla comunità di quella valle che da sessant’anni porta sulle proprie spalle la memoria di quei giorni. Devo far capire e dimostrare che adesso si fa sul serio, che la procura militare vuole andare a cercare i nazisti che spararono, lanciarono bombe a mano, stuprarono, incendiarono, uccisero.

La consulenza chiesta a Carlo Gentile da Tornatore e Cocco è esauriente ma non particolarmente approfondita. La mia sensazione, che tengo però per me, è che anche lui, in fondo, non ci prenda molto sul serio. E d’altronde come dargli torto, dopo ben due clamorosi ritardi: l’insabbiamento che parte nel 1960 e quello causato dall’imbarazzante inerzia giudiziaria



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